Laboratorio di recitazione con Elena Arvigo

18/11/19 - 22/11/19

Laboratorio di recitazione con Elena Arvigo :
L’attore (è) vulnerabile

da lunedì 18 a venerdì 22 Novembre 2019
h 10:00 -16:00

per info e partecipazione
mandare: foto e cv (entro il 28 Ottobre )
mail to: fivizzano27@gmail.com
oggetto mail: LAB ARVIGO + NOME E COGNOME
le risposte verranno selezionati max 10 attori comunicate entro il 4 novembre.

L’oggetto del laboratorio e’ l’attore stesso , i suoi talenti espressivi e la sua sensibilita’ personale . L’obbiettivo e’ un attore “vivacemente vivo “, in grado di scegliere con coraggio i pensieri “giusti” e le azioni fisiche e verbali efficaci e necessarie per il ruolo ponendosi in una condizione di presenza ovvero di “ vulnerabilita’ possibile” . L’attore ponendosi in questa condizione permette allo stare in scena di essere un processo sempre creativo e un ‘esperienza condivisa vitale e unica. .“Pensare bene”, porterà ogni azione ad essere organica e necessaria, mai casuale o illustrativa.

In fisica la condizione fondamentale affinché si produca un suono è che un corpo sia messo in vibrazione e perché questo avvenga è necessario che esso sia elastico, disponibile quindi al movimento .Ogni movimento mette inesorabilmente in una condizione di fragilita’ temporanea il sistema .Le vibrazioni sono un fenomeno necessario per il funzionamento di ogni strumento . Lo strumento “attore “ e’ vibrante quando si pone in una situazione di ascolto e di apertura e quindi di vulnerabilita’ : predisporsi all’ esser presenti al ruolo con tutte quel che comporta e al circostante (sia le condizioni reali che quelle immaginate) – assumendosene i rischi. Con un buon allenamento si può imparare a non difendersi dall’imprevedibile ma farne tesoro per arricchire la nostra visione e il teatro è un luogo sicuro per poterlo sperimentare.

Il Lavoro consiste nell’indagare il processo di creazione delle immagini necessarie ed efficaci per l’interpretazione del ruolo a servizio della narrazione dell’autore e del disegno della regia.
L’attore ,facendo sua la pièce finira’ per trovarsi nel mezzo di quegli avvenimenti e condizioni che l’autore gli ha proposto vivendo tra oggetti immaginati e esistendo in una vita inventata. Sara’ l’immaginazione creativa ad aiutare l’attore a entrare in questa vita inventata .Si lavorera’ per cercare di stimolare l’immaginazione e il coraggio creativo attraverso prima uno studio del testo e poi in improvvisazione scenica per ricercare, in entrambi i processi ,le giustificazioni e le motivazioni delle azioni fisichee verbali che renderanno l’interpretazione unica e irripetibile
Solo una motivazione autentica trovata esponendsi all’imprevedibile rende l’azione necessaria e permette cosi’ all’ attore di agire realmente ,cioe’ di salvare l’azione da una deriva esecutoria .

Obiettivi :
Rendere l’attore libero , espressivo e dunque parte attiva nel processo di creazione del ruolo .
L’attore è libero ed espressivo nella misura in cui si prende la responsabilità dello stare in scena e un’ interpretazione sara’ tanto piu’ intensa e viva quanto piu’ l’attore si espone a questo rischio della “ presenza” – a nudo .
– Chiarire “sul campo “ , la differenza fra le questioni che riguardano la recitazione e le questioni che riguardano l’interpretazione .Sono due ordini di questioni e problemi molto differenti . Un ‘interpretazione necessita prima di tutto di una scelta e una visione critica precisa e poi riuscire ad aderire ad essa attraverso i propri strumenti tecnici.Lavorare sull’ unicita’ di ognuno non deve escludere una solida preparazione tecnica . Per preparazione tecnica non si intendano solo le capacita’ vocali o fisiche di ciascuno ,ma l’allenamanto e lo sviluppo dell’ intelligenza scenica ,la velocita emotiva ,l’esercizio all’audacia ,alla fantasia, al gioco e all’esser visionari .

Trovare infine gli accessi ci permettono di tendere al personaggio ,arrivare in quello stato di apparente altrove, offrire senza pelle quelle parti di noi utili per il racconto e eliminare cio’ che intralcia la nostra interpretazione ,rendendo cosi l’empatia uno strumento di conoscenza : la possibilta’ per noi e per il pubblico di sentire “fuori da me”.

Le domande che ci poniamo sono : Che cos’e’ la presenza dell’attore? Perche’ ,eseguendo le stesse azioni ,un attore e’ credibile e l’altro no ? Il talento e’ anche una tecnica ? Che cosa significa intensita’ ? Che cosa signifca vibrare ?

Si chiede di preparare uno monologo a scelta senza limiti di genere e di eta’ . (es.una donna puo’ studiare Mercuzio) da qualsiasi opera teatrale o romanzo di qualsiasi epoca . In caso di indecisioe si consigliano brani tratti da Shakespeare, Cechov Ibsen , Pirandello e Brecht . Si chiede anche di preparare una poesia a memoria che verra’ assegnata e mandata successivamente alla formazione del gruppo .