So di avere una storia quando c’è una domanda a cui non è facile dare risposta. In quel caso, mi metto nella posizione del protagonista di quella situazione e vedo che non saprei cosa fare. Se invece ho una risposta chiara non c’è nulla da raccontare, non vale la pena scriverne.
Paul Haggis
La narrativa è nata nelle caverne, attorno ai fuochi, coi selvaggi che dopo una giornata di caccia volevano ascoltare storie e continuavano a chiedere ‘E poi? E poi?’. Quando la domanda non gli sorgeva più, o si addormentavano o uccidevano il narratore
Edward M. Forster
LABORATORIO DI NARRAZIONE
teatro letteratura cinema
Con Letizia Russo e Valerio Callieri
‘Nel cassetto tutte le storie si perdono ogni giorno un po’ di più’
11-15 Novembre 2019
orario 10:00 -19:00
mail to: fivizzano27@gmail.com
per info e partecipazione
mandare: foto e cv (entro il 20 Ottobre ) in allegato
– una pagina sul progetto su cui intendete lavorare (in allegato. Formato .doc o pdf.)
– se l’avete una parte di qualcosa che avete scritto. (in allegato. Formato .doc o pdf.)
mail to: fivizzano27@gmail.com
oggetto mail: LAB RUSSO CALLIERI + NOME E COGNOME
le risposte: verranno selezionati max 10 partecipanti comunicate entro il 24 Ottobre.
Se vuoi scrivere la storia che non hai mai saputo raccontare.
Se hai un’idea e non sai come renderla un testo teatrale, un romanzo o una sceneggiatura.
Se hai un blocco creativo sulla narrazione su cui stai lavorando.
Questo laboratorio è uno spazio per te.
Le lezioni non saranno verticali e teoriche ma un vero laboratorio permanente sulla costruzione e revisione di storie a cui tutti saranno chiamati a partecipare. Dalla concretezza degli eventi delle narrazioni di ogni partecipante si giungerà a portare in luce le dinamiche universali della narrazione.
Un’azione fondamentale sarà la comparazione delle narrazioni con altri testi letterari, teatrali e cinematografici al fine di studiarne le leggi soggiacenti.
Non sarà una lezione svolta dalla cattedra ma un lavoro prevalentemente pratico sulle storie dei partecipanti. Affronteremo:
– La costruzione dei personaggi (le contraddizioni, gli archetipi, l’arco di trasformazione, gli avversari interiori, il nemico, la posta in gioco).
– La struttura drammaturgica (l’evento scatenante, i turning point, la rete dei personaggi in base al tema, il conflitto)
– La scelta di una lingua personale (il punto di vista, coordinazione o subordinazione, la voce dei personaggi, il dialogo, strategie suspense e sorpresa)
L’obiettivo è fornire gli strumenti per trasformare la grezza e potente intuizione in solide fondamenta su cui edificare la storia. Conoscere i materiali fondamentali che ci consentono di raccontare fino alla fine, mattone dopo mattone. Padroneggiare le leggi drammaturgiche e essere in grado di sovvertirle senza che l’edificio crolli.
In poche parole, l’arte dello scavo profondo e la scienza della costruzione fantastica.
Letizia Russo è nata a Roma nel 980. Inizia a scrivere per il teatro nel 1998. Nel 2000 va in scena il suo primo testo, Niente e nessuno (una cosa finita). Con Tomba di cani riceve il Premio Tondelli nel 2001 e Premio Ubu nel 2003. Un’antologia dei suoi testi è pubblicata da Ubulibri. Tra i suoi titoli, rappresentanti in Italia e all’estero: Binario Morto – Dead End (2002, commissione del National Theatre di Londra per il festival Shell-Connections), Primo Amore (2003), Babele (2004), Edeyen (2005), Dare al Buio (2007), Blitz (2010), Per una donna e Cooking (2013), Se ci sei batti un colpo (2015), Filottete (2017). Ha curato la riscrittura di alcuni classici, tra i quali La trilogia della villeggiatura, di Carlo Goldoni, Madame Bovary, di Gustave Flaubert, Ivan, da I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij, Uno zio Vanja, da Zio Vanja di Anton Cechov e Il maestro e Margherita, di Michail Bulgakov, per la regia di Andrea Baracco. In Italia ha lavorato, tra gli altri, con Antonio Latella, Cristina Pezzoli, Serena Sinigaglia, Vinicio Marchioni. I suoi testi sono tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco, rumeno, slovacco. È traduttrice verso l’italiano dall’inglese e dal portoghese.
Ha insegnato dal 2006 al 2008 presso la Scuola Holden di Torino.
Nel 2017 inizia una collaborazione con la Biennale di Venezia diretta da Antonio Latella. Insieme a Linda Dalisi conduce la master di drammaturgia.
Valerio Callieri è nato a Roma nel 1980.
Si è laureato all’università La Sapienza con una tesi in Sociologia delle comunicazioni di massa.
Ha frequentato per due anni il Master in storytelling della scuola Holden nel 2007-2009.
Nel 2010 ha scritto e diretto il documentario “I nomi del padre. A quel Mosè non sappiamo cosa sia accaduto”. Ha svolto e svolge diversi lavori: analista della stampa, assistente alla regia nel cinema, editor, social media manager.
Nel 2015 ha vinto il Premio Italo Calvino e nel 2017 ha pubblicato “Teorema dell’incompletezza” per Feltrinelli Editore. Il romanzo ha vinto il premio Massarosa della critica ed è entrato nella terna finalista al Premio Manzoni per romanzo storico, Premio John Fante e Premio Storie per il cinema di Asolo.